Indebito accertamento dei tributi locali: il warning della Corte dei conti

È necessario che l’ente provveda a evitare il più possibile i casi di accertamento indebito dei tributi locali, agendo sulle modalità di accertamento e verificando più accuratamente i pagamenti pervenuti, in modo da evitare l’emissione di avvisi di pagamento nei confronti di soggetti che abbiano già legittimamente estinto l’obbligazione: è quanto affermato dalla Corte dei conti, sez. reg. di contr. Piemonte, nella delib. n. 77/2024/PRSE, depositata lo scorso 12 aprile.

È evidente, infatti, che simili errori penalizzano sia il cittadino sia l’amministrazione, tenuta a operare un’onerosa attività di verifica ex post e conseguente cancellazione di poste attive.

Nell’occasione i giudici:

  • hanno anche rammentato che la dichiarata “insussistenza” di un residuo attivo costituisce motivazione insufficiente in quanto non chiarisce se tale “insussistenza” faccia riferimento a situazioni originarie o sopravvenute della posta attiva, ovvero a casi di errato accertamento (assunto in violazione dei principi contabili vigenti o per erronea applicazione delle disposizioni tributarie vigenti), oppure a inesigibilità del credito dovuto a incapienza o insolvenza del soggetto debitore;
  • conseguentemente, hanno invitato il revisore a verificare accuratamente, in sede di parere sul riaccertamento ordinario, che l’amministrazione abbia cura di individuare esattamente la causa, originaria o sopravvenuta, dell’inesigibilità dei residui oggetto di cancellazione, e ad agire per evitare l’emissione di avvisi di pagamento non dovuti.
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