Anticorruzione: l’emergenza COVID-19 non giustifica la mancata adozione del PTPCT

L’emergenza Covid e la scarsità delle risorse umane a disposizione del Comune non giustificano il ritardo di oltre un anno, rispetto alla naturale scadenza, nell’adozione del piano triennale per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza (PTPCT): è quanto affermato dall’ANAC nella delibera n. 487 dello scorso 14 giugno 2022.

Secondo l’Autorità, un ritardo così prolungato è indice di noncuranza degli obblighi imposti dalla Legge n. 190/2012 e della scansione temporale dei relativi adempimenti.

L’ANAC ha stigmatizzato, in primo luogo, il comportamento omissivo del segretario comunale, responsabile della prevenzione della corruzione, il quale non aveva fornito alcuna evidenza documentale dalla quale risulti che avesse quanto meno dato avvio all’attività propedeutica all’elaborazione del Piano; parimenti, ha evidenziato come né il sindaco né la Giunta avesse sollecitato il responsabile per la prevenzione della corruzione affinchè predisponesse una proposta di PTPCT.

Palesi, dunque, le responsabilità dell’organo di indirizzo politico la cui negligenza, protratta nel tempo, sottolinea la gravità della condotta serbata, con inescusabile trascuratezza in forma di c.d. culpa in vigilando, delle attribuzioni implicite nella funzione di controllo generalizzato sulle attività comunali prescritte dalla legge.

Il segretario, il sindaco, il vice-sindaco e gli altri componenti della Giunta sono stati condannati alla sanzione pecuniaria di € 1.000 ciascuno.

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