Con la pubblicazione della circ. 1300 del 23 aprile 2020 (https://cdp.it/resources/cms/documents/Circolare-CDP_n.1300-2020_Rinegoziazione-enti-locali.pdf), la Cassa Depositi e Prestiti fornisce le istruzioni per la rinegoziazione dei mutui da parte degli enti locali.
In sintesi:
• dal prossimo 6 maggio e fino al 27 dello stesso mese sarà possibile accedere, tramite l’applicativo presso il sito istituzionale della Cassa, per individuare i mutui da rinegoziare (ossia, quelli che rispettano le condizioni previste), prendere visione delle condizioni ed accettarle;
• fino al 3 giugno sarà possibile procedere, sempre con modalità telematica, alla relativa stipula;
• il perfezionamento avverrà entro il 19 giugno;
• infine, il termine per la ricezione delle delegazioni di pagamento in formato cartaceo è stato fissato al 30 luglio, in ragione dell’emergenza epidemiologica in corso.
Due sono gli aspetti problematici che, da una prima lettura della circolare, emergono.
Il primo riguarda la necessità che l’Ente, per poter procedere alla rinegoziazione, abbia deliberato il bilancio di previsione. Evidentemente la Cassa non ha tenuto conto che, in fase di conversione del Decreto Cura Italia, è stato prorogato al 31 luglio 2020 il termine per l’approvazione del bilancio di previsione: di conseguenza, molti enti locali potrebbero non riuscire ad ottenere la rinegoziazione. Tale cortocircuito temporale, di fatto, annullerà i benefici finanziari per gli enti che, proprio in questo momento delicato, ne avrebbero particolarmente bisogno.
Il secondo riguarda gli enti che hanno deliberato il ricorso al piano di riequilibrio e si trovano in attesa di relativa decisione da parte della Corte: nulla viene disposto circa la possibilità di utilizzare la rinegoziazione, sebbene l’assenza di un espresso divieto (che invece è previsto per gli enti morosi e quelli in dissesto in assenza dell’adozione del bilancio stabilmente riequilibrato) potrebbe indurre gli operatori a ritenere ammissibile l’operazione.
